Installazione video interattiva Il Mestiere che Faremo

3,4 e 5 giugno 2011 - a Padova in Via Roma (fronte Municipio) - sarà presente una video-installazione interattiva: Il Mestiere che faremo!
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All'interno dell'installazione di video creativo proposta da Marco Tassinari, giornalista ed autore, i volti delle persone costruiscono una nuova società.
E' utopica e chiara, al suo interno i ruoli di ognuno sono ben definiti. E' una rappresentazione dell'Italia che verrà.
Il monitor catturerà sin dall'inizio del Festival della Comunicazione di Padova tutti i volti dei visitatori e li raccoglierà in un unico elemento grafico attribuendo a loro un'identità: il lavoro che farò.
Il mestiere che ciascuno di noi compie è infatti centrale nella formazione del sè; ma questo è un piacere negato ad un giovane neo-laureato e precario di oggi.
Cosa comporterà questa mancanza di identità di ciascuno per l'avvenire della società?

L'installazione di Marco Tassinari parafrasa "la società liquida" di Zygmunt Bauman e ridefinisce per un istante questi ruoli. Regala un'identità al visitatore che, ignaro, potrebbe essere presto destinato a perderla.
Sullo schermo ognuno dovrà cercare con attenzione il proprio sè fra le centinaia di volti presenti, ma potrebbe trovare una sorpresa. Potrebbe scoprirsi dog-sitter, per una vita, o destinato ad uno dei mille lavori creativi che stanno nascendo negli ultimi anni, per una vita. Oppure potrebbe scoprirsi operaio metalmeccanico, un'identità cui, con una laurea in tasca, potrebbe doversi abituare. Ci sono anche le fasce privilegiate: militari, ingegneri, sacerdoti. Ma sono troppo pochi nella società che dallo schermo viene proposta.

L'elemento grafico che raccoglierà tutti i volti dei visitatori del Festival è un albero stilizzato: al centro vi è una persona, uno di noi, sulle cui spalle inconsapevoli tutta la società si posa. Sarà un disoccupato od un giostraio, oppure un insegnante od un bidello? Forse sarà un uomo politico?
Di certo ognuno potrà ridimensionare l'immagine troppo elevata che ha di sè.

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Io nella vita sono un commesso.
Ho una laurea in storia, e sono un commesso.
Ho una laurea in statistica, e sono un commesso.

Dalla disgregazione dell'identità trae origine la rivisitazione del sè.
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Nella ricerca estetica dell'autore, attorno ad ogni volto sul monitor non si costruirà una rete di volti, ma piuttosto un albero: la scelta di ognuno di accettare o meno il proprio ruolo porterà conseguenze per le centinaia di persone disposte sui rami.

L'istallazione sarà accompagnata da due sagome di due personaggi con volti ben noti: vi sarà Stanlio, da una parte, Ollio dall'altra.
Le sagome sono il contributo all'opera portato da alcuni giovani lavoratori precari: sono Valeria Galgani, Roberta Cesca, Mauro Pivetta. Per loro il presente è una comica finale, epilogo degli errori del passato e delle inadempienze della classe politica del presente. I giovani che questo ripiegamento sociale lo subiscono trovano così nell'opera uno spazio di espressione, nel quale non possono fare altro che ridere.

Il "mestiere che faremo" è un percorso creativo, che Marco Tassinari sta proseguendo dopo il lancio del suo documentario: Il mestiere che faremo appunto, realizzato a Piove di Sacco nel 2010 e che racconta l'epilogo di una società in crisi.
Il film è stato selezionato all'Euganea Film Festival e verrà proiettato il 15 luglio alle ore 16.00 presso il Cinema Corallo a Monselice, con ospite in sala il regista.

I giovani precari protagonisti saranno disponibili per interviste su appuntamento: 340.3062020
Per un incontro con l'autore: 328.1187801


Articolo tratto da: MaanInsieme - http://maaninsieme.altervista.org/
Pubblicato Mercoledi 01 Giugno 2011 - 06:29 (letto 3196 volte)
URL di riferimento: http://maaninsieme.altervista.org/index.php?mod=none_News&action=viewnews&news=1306902549