Il Dalai Lama, la Dimora Ultima e l'Unità dell'Essere - Ufficio stampa CO.RE.IS.

Si è da poco concluso l'incontro a Livorno con la massima autorità buddista. Il saluto anche di Yahya Pallavicini, unico musulmano, presente all'interno della delegazione interreligiosa...

Si è trattato dunque anche di un'occasione di dialogo interreligioso. Come si è svolto l'incontro?

Sono rimasto anzitutto colpito dal modo in cui i monaci buddisti salutano, nel momento in cui entra il Dalai Lama, la presenza di Sua Santità, che è poi proprio quella di Dio, come diremmo nelle religioni teiste. Un modo, questo, di riferirsi alle religioni monoteiste da parte del Dalai Lama, che durante la prima parte dell'incontro ha voluto evidenziare come il buddismo abbia verso di esse la massima apertura e riconoscimento. Un aspetto che ci avvicina molto come sensibilità, in particolar modo nella prospettiva islamica ecumenica che cerchiamo di testimoniare come musulmani italiani ed europei.
Ma oltre a un'occasione di dialogo l'incontro è stato anche un momento di insegnamenti del Dalai Lama.
Nella seconda parte della giornata, dopo il pranzo, il Dalai Lama ha ripreso in tibetano, non più in inglese, la lettura e il commento di uno dei testi più noti della tradizione buddista, la Lettera ad un amico di Arya Nagarjuna. Tra gli insegnamenti che mi hanno colpito, come musulmano, c'è stato il riferimento al principio metafisico dell'Unità dell'Essere, nell'Islam chiamato wahdat al-wuj'd. Il Dalai Lama ha sottolineato come questo principio di Unità si manifesti anche nell'umanità stessa e poi in ogni uomo e donna come rappresentanti di questa Unità. È solo nel momento in cui ci si dimentica di questa profonda Unità della Creazione e ci si concentra su se stessi come individui che nascono le opposizioni e le cattive azioni.
Può sembrare poco scontato un accostamento tra due tradizioni così distanti come il Buddismo e l'Islam. Esistono dunque delle affinità?
Se come musulmani ci sentiamo più vicini, per una maggiore familiarità, alle religioni del ceppo abramico, dunque Ebraismo e Cristianesimo, non si può negare che ogni tradizione ortodossa manifesti una spiritualità e alcuni principi che trovano grande affinità, spesso coincidendo tra loro. Nel riportare di alcuni momenti che hanno cambiato la sua vita, il Dalai Lama ha narrato di quando ad un certo punto abbia iniziato a concentrarsi sempre più sulla Dimora Ultima. Solo con questa prospettiva verso la trascendenza e il Fine Ultimo ha così potuto realizzare un maggior distacco e abbandono dal mondo del causa-effetto, raggiungendo una vera conversione e illuminazione.
Questo incontro con il Dalai Lama si colloca alla fine di un mese in cui la COREIS ha incontrato a Gerusalemme le guide delle principali religioni mondiali - Ebraismo, Cristianesimo Cattolico e Ortodosso e Islam - riportando in seguito questo spirito ecumenico anche a Milano con il recente incontro interreligioso nella moschea Al-Wahid.
Ci auguriamo che dall'Oriente si sappia riportare in Occidente, anche in Italia dove viviamo, un senso di apertura ecumenica, sensibilità al sacro e responsabilità in questo mondo che i religiosi devono condividere, soprattutto fungendo da richiamo per le genti alla Verità, che come ha affermato anche il Dalai Lama rappresenta l'unico potere che potrà vincere sempre.


Articolo tratto da: MaanInsieme - http://maaninsieme.altervista.org/
Pubblicato Martedi 17 Giugno 2014 - 07:15 (letto 2754 volte)
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