Il caso di Asia Bibi - Gabriele Iungo

Il caso di Asia Bibi - la cui sentenza è stata ieri rinviata dalla Corte Suprema di Islamabad - non è soltanto un drammatico episodio di discriminazione e abuso nei confronti della minoranza Cristiana in Pakistan, che ha visto la persecuzione di una donna sulla base di accuse verosimilmente false, o quantomeno esagerate e pretestuose...

Esso è soprattutto un momento storico di contrapposizione tra mentalità estremista, che cerca di travisare e pervertire in senso criminosamente persecutorio alcune norme di convivenza civile, e approccio islamico tradizionale, che per la tutela delle minoranze non-musulmane è disposto perfino al sacrificio personale.
Musulmano è infatti l'avvocato della donna, Saiful Malook, mortalmente minacciato dagli estremisti insieme alla sua famiglia; musulmano è il Primo Ministro del Pakistan, Imran Khan (official), che ha intimato di non strumentalizzare le leggi vigenti contro la blasfemia in senso proditoriamente repressivo e discriminatorio; musulmano era l'ex governatore della provincia del Punjab, Salman Taseer, che fu "ucciso per il sostegno dato ad Asia Bibi" - come riferisce p. James Channan del "Peace Center" inter-religioso di Lahore.
Sono questi i martiri che, come invita a fare p. Channan, "oggi ricordiamo nella preghiera, affinché il loro sacrificio non sia stato vano".

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Articolo tratto da: MaanInsieme - http://maaninsieme.altervista.org/
Pubblicato Sabato 13 Ottobre 2018 - 06:49 (letto 3172 volte)
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